martedì 13 dicembre 2016

Il saccheggiatore di relitti

Il saccheggiatore di relitti, di Robert Louis Stevenson

Sinossi:

Il saccheggiatore di relitti (The Wrecker), edito anche come Il relitto, è un romanzo del 1892 di Robert Louis Stevenson scritto in collaborazione con il figliastro Lloyd Osbourne. La storia è ambientata alle Isole Marchesi e si sviluppa intorno al relitto abbandonato della Flying Scud.













Casa editrice:

Newton & Compton

Collana:

I classici

Reparto:

Narrativa

Anno di Pubblicazione:

1993

Traduttore:

Gian Dàuli

Prezzo di Copertina:

2000 Lire

ISBN:

88-7983-303-0

Numero di Pagine:

256

Capitoli precedenti:

Nessuno

Informazioni sull'autore:

Robert Louis Balfour Stevenson nato ad Edimburgo il 13 novembre 1850 e morto a Vailima il 3 dicembre 1894 è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta scozzese

Premi importanti vinti dall'autore:

Premio Retro Hugo alla migliore rappresentazione drammatica

Eventuali premi vinti dal libro:

////

Genere:

Avventura

Ambiente:

Isole Marchesi

Tempo:

Anno 1892


Recensione:

Trattandosi di un romanzo più complesso, prima di presentare i personaggi vorrei dare due indicazioni: una sulla copia da me letta e una in generale sul romanzo.
Parto da quest’ultima segnalando che questo scritto è stato pubblicato anche come “Il relitto”e per scriverlo Stevenson prese spunto da un episodio realmente accaduto e del quale sentì parlare nel 1888.
Il primo appunto, invece, è riguardo l’edizione che ho preso in considerazione (ad un mercatino dell’usato ho preso a caso un classico, perché mi ero svegliata con il pallino di voler avere per le mani un classico e il fato ha condotto bene la mia mano). Io ho scelto un tascabile vecchissimo, con le pagine ora ingiallite con il prezzo ancora in Lire (2000) e sono molto contenta di questa decisione in quanto, quando è stato tradotto, fortunatamente, il traduttore faceva ancora parte di quella scuola erudita a tal punto da conoscere le corrette coniugazioni verbali, oltre ad un lessico discretamente forbito; questa comunione di fattori ha dato origine ad un volume che ti obbliga a rileggere le prime pagine almeno due o tre volte prima di comprenderne il senso. Un intreccio di subordinate e coordinate genera periodi molto lunghi e complessi che devono quindi essere sgarbugliati. Prego quindi chi leggerà la mia medesima edizione di non abbandonare il libro, ma impegnarsi, perché il cervello umano è fenomenale, e dopo poche pagine questo lavoro verrà effettuato in automatico senza più bisogno di rileggere alcunché. A mio parere un testo così complesso è solo una ventata d’aria fresca per il cervello. Una spazzata che toglie le ragnatele e rimette in funzione il tutto.

Detto questo possiamo tornare a parlare più schiettamente del romanzo partendo, come sempre, dai personaggi principali:
Loudon Dodd: Dodd è un personaggio decisamente in evoluzione durante tutto il romanzo. Inizia come “figlio di papà”, dove può permettersi di godersi la vita e sperimentare ciò che desidera, fingendosi un ragazzo mediamente povero nel quartiere latino di Parigi, per poi finire a raccontare ,da narratore e protagonista del libro, delle sue avventure e disavventure da uomo vissuto.
Jim Pinkerton: Non è altri che un amico di Loudon, con il quale questi è in affari fin dal periodo universitario. Un animo tutto sommato buono ma totalmente votato al denaro. Jim aiuta ingenuamente Loudon nelle sue disavventure vivendone quasi all’ombra, sebbene la sua importanza nel romanzo non sia contestabile.

Il romanzo viene raccontato in prima persona da Loudon, parlando con un amico, e si svolge in un intricato intreccio di avventure e disavventure che coinvolgeranno il lettore in ogni momento. Il libro è piuttosto breve, non da quindi spazio a tempi morti o a descrizioni prolisse che tendono solvente ad annoiare. Ogni evento sembra inseguire il precedente in una corsa che terrà il lettore incollato alle pagine del volume.
Solo l’inizio è forse contestabile. Sembra non avere ne capo ne coda e non dover portare a nulla e un paio di volte mi sono chiesta che cosa stessi leggendo, ma il dover calare il lettore in un determinato contesto storico e sociale richiede il sue tempo, tempo che, se non a inizio romanzo, lo scrittore non avrebbe potuto trovare più avanti senza spezzare il senso e il ritmo del racconto per intero.

Che dire se non che alla fine, sebbene non sia il mio genere e nonostante le difficoltà iniziali a leggere scorrevolmente le pagine del “Saccheggiatore di Relitti”, questo libro mi è piaciuto e anche molto. Nella sua complessità affascina, come affascina il non riuscire a comprendere l’assurdità della vicenda fino all’ultimo istante.
Oltre che un libro piacevole da leggere credo sia proprio un libro da leggere a prescindere

Per quanto riguarda i personaggi, però, non ci si affeziona particolarmente. Finirlo non è come perdere un caro amico e durante la lettura non si rimane con il cuore in gola o le lacrime agli occhi nel timore che il nostro personaggio preferito possa subire un torto o morire..

Lettori ai quali si rivolge:

Lo consiglio ad un pubblico adulto data la complessità del linguaggio utilizzato

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